Case in terra cruda Sardegna

Che ne dite di passare uno o due giorni del vostro viaggio in Sardegna percorrendo un itinerario insolito alla scoperta delle case di terra cruda? Non avete idea di cosa siano? Intendo case costruite con mattoni di fango, làdiri in sardo.

In Sardegna molti paesini conservano ancora tantissimi esempi di case di làdiri, così si chiama l’impasto di terra, acqua e paglia con la quale sono costruite. Potete entrarci, mangiarci e anche dormirci. Ora vi racconto come, dove e perché!

Se penso al viaggio in Sardegna per eccellenza, immagino sempre un’esperienza che porti alla scoperta di quei segni antichi che, nel corso dei millenni, hanno forgiato questo tozzo di terra che galleggia sul Mediterraneo.

Qualsiasi viaggio, nel senso più profondo del termine, presuppone sete di conoscenza, immersione culturale e scoperta del territorio inteso come patrimonio che lo rende unico e riconoscibile. Tra quei segni antichi e distintivi c’è anche l’architettura tipica del territorio, che delinea i modi e le forme dell’abitare creando un filo diretto con la popolazione e la cultura del posto. Così in Sardegna come in tutto il resto del mondo.

Un viaggio nel sud Sardegna alla scoperta delle case di làdiri

Per questo motivo voglio raccontarvi il mio viaggio alla scoperta dell’edilizia identitaria dell’isola e proporvi un itinerario alternativo, insolito e certamente poco conosciuto per chi vuole scoprire la Sardegna. Quando parlo di edilizia identitaria parlo di case di fango costruite in terra cruda, “làdiri” in sardo: un impasto di terra, acqua e paglia, messo in appositi stampi e lasciato essiccare all’aria.

Per fare un viaggio tra le case di làdiri in Sardegna dobbiamo spostarci tra le zone del Campidano, del Cixerri e del Sarrabus. Siamo nel sud dell’isola, nel territorio compreso tra Cagliari, Oristano e Iglesias, dove si concentra la maggior parte di queste abitazioni.

case di làdiri in Sardegna - Interno

Prima di mostrarvi il mio itinerario tra le case di làdiri in Sardegna, vi racconto qualcosa di più su questo modo di abitare, così antico e carico di cultura e buoni insegnamenti, in modo che possa apprezzare meglio il viaggio che vi aspetta.

Le case di terra nel mondo

Lungo il mio itinerario ho imparato davvero tantissime cose nuove e incredibili. Per esempio, sapete che secondo l’UNESCO circa metà della popolazione mondiale vive oggi in case costruite con la terra? Da oltre 10 mila anni la terra è il materiale da costruzione più utilizzato nel mondo.

Le civiltà antiche hanno utilizzato la terra cruda per costruire le loro città:

  • Gerico in Cisgiordania
  • la più antica città della storia, Çatal Hüyük in Turchia
  • Chan Chan in Perù
  • Babilonia in Iraq

E oggi troviamo numerose costruzioni di terra cruda in Europa, Africa, Medio ed Estremo Oriente e in tutta l’America. La Grande Muraglia Cinese è costruita in parte in terra cruda. La Grande Moschea di Djenné, in Mali, è il più grande edificio al mondo in terra cruda.

E io che credevo che queste case esistessero solo in Sardegna, beata ignoranza! Mi pento, mi dolgo e vado avanti.

In Sardegna le prime tracce rinvenute di mattoni di fango risalgono alla Prima Età del Ferro, parliamo di IX-VIII secolo a. C., ma probabilmente lo si utilizza da molto prima.

Ma che forma hanno le case di làdiri?

Quando ho scoperto che in Sardegna molte case sono fatte di fango ero alle elementari. Avevo intravisto in quella scoperta una sorta di magia che stuzzicava la mia curiosità di bambina, così obbligai i miei genitori ad accompagnarmi “a vedere le case di làdiri”.

Non era una richiesta irrealizzabile la mia. La città in cui sono cresciuta – Quartu Sant’Elena – ne custodiva tante, così come il paese d’origine di mia mamma – Barumini – dove spesso andavamo a visitare zii, cugini, nonni, bisnonni e, da quel momento in poi, anche case di làdiri. Per la gioia mia e di tutti.

Il contrasto tra esterno e interno

Le case di làdiri in Sardegna hanno quasi tutte la tipica struttura “a corte” e le conosciamo più come case campidanesi. Da fuori non lasciano mai intravedere la loro bellezza, immaginate solo dei muri molto alti e un grande portone d’ingresso.

Oltre quel portone si apre quasi sempre un mondo inaspettato: un grande cortile interno (da qui il nome “a corte”) attorno a cui si sviluppa il loggiato. Questo è lo spazio delle relazioni e delle attività familiari, tipico del modo di vivere mediterraneo che preferisce la vita all’aperto più che negli spazi chiusi. E la vitamina D ringrazia.

Vi lascio due foto per rendere l’idea. Se pensate che poi spesso queste case si trovano nei centri storici dei paesi, inserite in piccole e strette viuzze, capite ancor più lo stupore che può generare vedere cosa si nasconde oltre quei portoni!

La casa come luogo di lavoro

Queste abitazioni inoltre sono di solito molto grandi perché in passato dovevano rispondere alle esigenze di una società e un’economia agro-pastorale. La casa non era solo il luogo dell’abitare ma anche il luogo del lavoro: qui si conservavano il raccolto dei campi e si radunava il bestiame.

Ecco perché, se ne visiterete qualcuna, noterete la presenza di diversi ambienti come cantine, frantoi, depositi alimentari, tettoie e così via, che oggi si prestano a diverse destinazioni d’uso. La casa, in questo senso, era una casa-fattoria. In più, all’interno di queste case erano quasi sempre presenti un pozzo e un forno, a dimostrazione di un’organizzazione sociale fondata sull’autosufficienza dei singoli nuclei familiari.

Case eco-sostenibili

Nelle case fatte di terra si crea un legame speciale con la natura ed è un modo di edificare in equilibrio con l’ambiente. Lo dimostra anche il fatto che queste costruzioni sono ancora lì, nonostante l’incuria che in molti casi le indebolisce.

È un modo di costruire che usa le risorse ambientali ma non le sfrutta, si adatta alle caratteristiche del suolo e al clima. E questo è accaduto molto prima che l’uomo scoprisse i temi moderni della bio-architettura e dell’eco-compatibilità.

Tra apparente degrado ed elevata qualità dei materiali

Spesso la terra cruda si associa a costruzioni povere e di scarsa qualità. Questa credenza, però, è figlia della scarsa conoscenza di questo materiale. Tant’è che negli ultimi decenni il làdiri è stato spesso sostituito o, ancora peggio, integrato con altri materiali di sintesi o col cemento. Ecco perché oggi, in molti paesini, ci troviamo a passeggiare tra abitazioni in terra cruda in apparente stato di degrado.

Una delle poche cose tecniche che ho imparato durante il mio itinerario, da ignorante in materia quale sono, è che il cemento e la terra cruda non vanno d’accordo. Ricoprire una casa in làdiri con un intonaco di cemento, per esempio, è l’azione più sbagliata che si possa fare.

“Oggi la terra cruda rappresenta un materiale di elevata qualità ed è praticamente sempre disponibile in loco, non necessita di grandi dispendi di energia per essere trasformato, è sano, ha apprezzabili proprietà di isolamento termico e acustico, protegge da campi elettromagnetici ed è totalmente riciclabile.”

Associazione Internazionale “Città della Terra Cruda”

Le case di làdiri sono più salubri?

Un’altra cosa che ho imparato è che la terra di per sé non ha una grande capacità di isolamento termico. Il fatto però che le case in terra cruda risultino particolarmente fresche in estate e calde in inverno è un dato di fatto. Ciò è dovuto all’elevato spessore dei muri e alla presenza di poche aperture nelle pareti.

Se chiedete agli abitanti di queste case di raccontarvi qualcosa della loro abitazione, tutti vi diranno che è una casa salubre. Oltre che essere “una risorsa straordinaria in termini di edilizia naturale, sostenibile e identitaria.”

Le storie sono il cuore delle case in làdiri

Questo patrimonio racchiude i frammenti delle storie degli uomini che, con sapienza e pazienza, hanno realizzato e vissuto queste costruzioni. Quando si percorre l’itinerario della terra cruda, infatti, sono proprio le storie a fare da protagoniste e non tanto la tecnica costruttiva in sé.

Io ho sempre avuto un debole per i contrasti di colore, per i piccoli dettagli e per lo sbrilluccicchio negli occhi di una persona quando racconta una storia.

Così sono andata nel cuore del Campidano, accompagnata da Maura e Marta dell’Associazione Culturale Terras, alla ricerca di emozioni antiche, perché quella della terra cruda è una storia millenaria.

Ho varcato i portoni di alcuni edifici secolari in làdiri ed è proprio qui che ho trovato quelle cose che mi piacciono tanto: contrasti di colori caldi, dettagli affascinanti e occhi sbrillucciccanti di persone accoglienti. Che poi io non so nemmeno se esiste davvero questa parola sbrillucciccante, so solo che in questi luoghi esiste. Se venite con me ve la faccio scoprire.

Scopri il mio tour tra le case di làdiri in Sardegna

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